Apprezzamento per Stefano Parisi

Il sistema democratico perfetto non esiste

Anche in considerazione delle parole del Capo dello Stato volte ad evitare uno scontro esasperato sulla materia costituzionale, apprezziamo le espressioni di Stefano Parisi a sostegno del “no”. Parisi dimostra che non c’è motivo di presagire la fine del sistema democratico per opporsi alla riforma del governo, basta il comune buon senso. Il nostro sistema democratico era considerato sotto minaccia dai tempi di Fanfani e ad ogni occasione e pure, sempre ha tenuto. Quali danni gli si possa infliggere, tiene soprattutto se si ha il sostegno del governo americano alle spalle. La democrazia in Italia è stata instaurata sulla base dell’influenza statunitense, senza la quale, saremmo divenuti una colonia dell'Unione sovietica. D’altra parte, bisogna notare come tanti sostenitori del “no” mai si siano lamentati nel momento nel quale il sistema maggioritario riduceva la partecipazione democratica dei cittadini, anzi. Ci si complimentava con chi proponeva la soluzione di due soli partiti pronti a competere per il governo. Dal Pd, come da Forza Italia. i partiti minori venivano definiti deleteri ai fini della stabilità politica, se non del tutto inutili. Tanti campioni del sistema maggioritario non si sono allora accorti delle gravi modifiche che venivano così introdotte al nostro sistema repubblicano. Ad esempio, il voto di fiducia è divenuto una prassi consolidata ed il ruolo del parlamento si è sempre più ridotto. La Germania, dove pure il sistema parlamentare resiste puramente grazie al proporzionale, da un decennio è governata da una "Grande Coalizione" che pure in Italia ha trovato chi fosse pronto ad irriderla come una bassa arte del compromesso. Abbiamo persino coniato il termine, “inciucio”, disprezzarla. Stefano Parisi ci sembra consapevole di tali questioni tanto da limitarsi a dire una cosa semplicissima ed efficace a motivo dl “no”, ovvero che la riforma introduce confusione. Giudizio inoppugnabile, perché il cambiamento di regime è inevitabilmente confuso per definizione e nel caso specifico un Senato che racchiuda personalità autorevoli, elette direttamente nelle loro Regioni, contrapposto ad un parlamento di nominati, potrebbe facilmente provocare un conflitto istituzionale, nonostante il superamento del bicameralismo paritario. Non esiste un sistema democratico perfetto per cui inutile farsi illusioni a riguardo. Invece si fa sempre bene a moderare i toni.

Roma, 21 ottobre 2016